Roots 66, di Stefano "S3Keno" Piccoli (Tunuè)
«Prima di tutto un concetto filosofico: “Tutto cambia, ma nulla cambia”, anche avendo la possibilità di tornare indietro nel tempo e cambiare il corso della storia». Tutto cambia, ma nulla cambia. Questo il concetto alla base del fumetto di Stefano «S3Keno» Piccoli. Il nuovo graphic novel edito dalla Tunué è la riedizione del racconto in due volumi B-Boyz. Nel 1998 fu definito da Musica! di Repubblica: «Il primo vero fumetto hip-hop italiano».
La storia degli Uzi 4 U, una posse nera che ha raggiunto il successo a L. A., viene pubblicata, a dieci anni dalla sua uscita, con otto tavole inedite in più e un restyling grafico totale. Anche sul titolo si è voluto giocare: non più B-Boyz bensì Roots 66. La nuova versione del fumetto, ha un titolo che punta su parole cariche di significati metaforici: omaggio al viaggio – temporale e di ricerca interiore – con il riferimento alla Route 66, la strada più famosa del mondo, ma anche un riferimento a quelle «radici» della cultura afro che tanta parte occupano nella storia degli Stati Uniti.I quattro b-boys – Cop-Killa (disegnato sulle fattezze di Tupac Shakur, icona del mondo rap ucciso nel 1996), Inca, Chuck e Kuore – accolgono una richiesta d’aiuto che giunge dal Mississippi: un concerto per raccogliere i fondi per difendere un professore nero che si è fatto giustizia da solo contro coloro che hanno violentato la figlia (chiaro riferimento al film Il momento di uccidere di Joel Shumacher).
Il cammino della posse diviene un surreale salto nel tempo, nel sud degli Usa del 1918, dove i b-boys dovranno scegliere quali valori seguire per cambiare il corso della Storia. La violenza come unica via di uscita, come credono Cop-Killa e Inca, oppure i valori originali dell’hip hop portati avanti da Chuck e Kuore: peace, love and unity?
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